Arrivano nelle piazze i cartelli di tessuto che mangia lo smog
Un cartellone pubblicitario «mangiasmog». L’idea l’hanno avuta due imprenditori, il piacentino Giammarco Cammi e Gianluca Barabino, di Tortona, che hanno creato un tessuto rivoluzionario. L’azienda è una start-up del gruppoEcoprogram, colosso della logistica che gestisce, tra l’altro, lo stadio di San Siro: Anemotech, infatti, ha sede a Casei Gerola, un paese lombardo crocevia di tre regioni e fa della sperimentazione la sua frontiera. Il suo «The Breath», Gianluca Barabino (anima dell’idea assieme a Giammarco Cammi) lo spiega così: «È un mix composto da strati esterni (in tessuto tridimensionale idrorepellente con proprietà antisettiche) e da uno strato intermedio in fibra a carboni attivi, unita da nanotecnologie, in grado di ridurre le particelle inquinanti presenti in ambienti sia aperti sia chiusi».
Esempio di come la ricerca e la sperimentazione possano viaggiare di pari passo e, non a caso, «The Breath» è stato premiato a Ecomondo2016 e ha ottenuto il beneplacito di Legambiente. Spiega ancora Barabino: «Il prodotto permette di abbattere anche del 40% fumi di cucine, polveri sottili, idrocarburi, potenziali residui di stampanti o fotocopiatrici», che nella lingua della scienza si traducono in «Cov», ossidi di azoto o anidride carbonica. Il tessuto può essere collocato in ambienti chiusi sotto forma di quadro, tendaggio o pannello divisorio, ma anche all’aperto.
In quest’ultima forma «The Breath» è diventato un veicolo commerciale, perché già alcune multinazionali si sono interessate all’idea, prenotando maxi pubblicità da esporre in celebri piazze italiane e straniere, dove il traffico è molto forte al pari dell’inquinamento atmosferico. A Milano e Roma spiccano manifesti che sfruttano il tessuto creato da Anemotech, mentre alcune aziende italiane l’hanno introdotto come forma di tutela della salute dei lavoratori negli uffici.
Della nascita di «The Breath» se ne accorse anche Umberto Veronesi, che, quando gli furono spiegate le caratteristiche del prodotto, volle che quella tecnologia fosse introdotta all’Istituto Europeo di Oncologia a Milano. Spiegò così il celebre oncologo: «Il mio sostegno agli ideatori di “The Breath” nasce da una semplice constatazione: dei milioni di italiani che oggi sviluppano un tumore, almeno il 70% potrebbe essere salvato con la prevenzione. Sostengo un’alleanza tra scienza e tecnologia: è fondamentale che la scienza discuta e si confronti con istituzioni e informazione per vincere battaglie come quella della cura e della prevenzione del cancro». Parole attuali, uno stimolo ulteriore per Anemotech, il cui slogan potrebbe essere la celebre massima latina poi mutuata dai pubblicitari: «Prevenire è meglio che curare».